[SUONO] [MUSICA] Buongiorno e benvenuti al corso dedicato alla storia dell'antico Egitto. Insieme percorreremo l'intero arco dello sviluppo cronologico della cultura egiziana, prevalentemente dal terzo millennio a.C fino al IV secolo d.C. Potremo apprezzare che nonostante l'amplissimo arco cronologico, ci sono alcuni tratti identificativi della cultura egiziana che si manterranno stabili. Prenderemo in considerazione ogni singolo aspetto: quello rituale, quello religioso, quello storico naturalmente, quello iconografico e partiremo dalle origini. Più precisamente, è bene che cominciamo con un inquadramento geografico e cronologico. Gli autori classici scrivevano che l'Egitto è un dono del Nilo e in effetti basta guardare questa foto satellitare per rendersene conto. Si può veramente stare con un piede nel verde e uno nel deserto, tanto è netta la differenza tra la valle del Nilo e i deserti, il deserto orientale e il deserto occidentale. Unica eccezione è questo bocciuolo del Nilo come veniva definito il Fayyum. Tuttavia non dobbiamo ingannarci perché in passato, perlomeno fino al 5000 a.C. anche le aree oggi desertiche erano invece verdi. Lo sappiamo con sicurezza e lo vedremo tra poco. La storia egiziana può essere divisa in quattro macroperiodi: il periodo preistorico, quindi prima dell'unificazione dell'Egitto, il periodo preistorico comprende la cosiddetta età predinastica, dal quinto millennio più o meno al 3150 a.C. Il periodo faraonico, quello più noto, che a sua volta comprende un'età protodinastica, l'epoca dell'unificazione dell'Egitto o età tinita, dal nome delle prime due dinastie che risalivano e provenivano dalla città di This, l'Antico Regno, l'epoca delle piramidi, evidentemente, il primo periodo intermedio, un'epoca di disgregazione e di nuova suddivisione dell'Egitto, il Medio Regno, il periodo in cui si cominciano le grandi conquiste, la conquista del Sinai, la conquista della Nubia, e si riunifica per l'ennesima volta l'Egitto. Il secondo periodo intermedio, ben noto anche ai non esperti di egittologia perché è il momento in cui arrivarono i cosiddetti Hyksos che portarono con loro nuove tecnologie, il carro, per esempio, e naturalmente anche il cavallo con esso. Il terzo periodo intermedio, cioè una sort of del canto del cigno della storia culturale egiziana. Il periodo tardo, che segna il passaggio verso la conquista di Alessandro Magno e da quel momento, appunto, prende il via il periodo greco-romano, a sua volta suddiviso in età tolemaica, dalla conquista di Alessandro, come si diceva, alla battaglia di Azio, cioè quando Cleopatra e Marco Antonio verranno sconfitti dalle truppe di Ottaviano e, infine, l'epoca romana e bizantina fino al 641, quando l'Egitto diventerà arabo, islamico. Come dicevamo poco fa, c'è stata un epoca in cui il deserto occidentale era verde. A testimoniarlo, un sito archeologico di straordinaria importanza ed interesse, rinvenuto in epoca piuttosto recente, nel 1974. Il sito in questione si chiama Nabta Playa e si trova, come potete vedere da questa cartina, più o meno all'altezza di Assuan, ma nel deserto occidentale, risale al quinto millennio a.C. perché è interessante il sito in questione? Beh, intanto lo vedete, ci sono dei menhir, delle pietre conficcate nel terreno che certamento avevano una funzione astronomica. Dunque la comunità che ha realizzato questo sito certamente calcolava il tempo e certamente aveva bisogno di orientarsi attraverso gli astri. Ma la cosa più interessante è che intorno all'area diciamo cosi, di questo calendario astrale, sono stati trovati una serie di tumuli, all'interno dei quali si trovano delle sepolture di bovini, sepolture rituali, non vi è ombra di dubbio. Dunque, molto probabilmente il culto del bovino, che diventerà essenziale nella ritualità egiziana dell'Antico Regno. Vedremo che il sovrano addirittura verrà chiamato toro possente, inizia nel quinto millennio a.C. Ma non è soltanto questa l'importanza di Nabta Playa. Questa località ci fa capire che contrariamente a quello che credevano gli egittologi fino a qualche anno fa, la popolazione egiziana si è formata a partire non solo da influenze orientali, bensì da influenze del centro Africa. La popolazione del Sahara quindi è alle origini dell'antropizzazione dell'Egitto storico. Questo è estremamente interessante. Vorrei attirare la vostra attenzione su questa piccola placca che mostra una testa stilizzata di bovino, che molto somiglia a quella che sarà la testa della dea Hathor, di qui a poco o della dea Bat che vedremo sulla tavolozza di Narmer, con due stelle che anche esse ricompariranno nella tavolozza e non solo. Dunque c'è stato un Egitto prima dell'Egitto, però attenzione, è bene precisare che prima dell'unificazione ad opera di Narmer, c'erano lungo la valle e il NIlo tutta una serie di culture denominate a seconda della località in cui presero vita: cultura di Naqada, cultura di Badari, cultura di Merimde, più altre, ma queste certamente sono le più note, le più interessanti. Da questa diapositiva potete immediatamente cogliere l'eterogeneità delle forme espressive. Alcune di queste iconografie si manterranno uguali a loro stesse per i successivi tre millenni. Mentre altre, le due figurine di donne per esempio, sono destinate a scomparire e a non lasciar traccia. La cultura di Naqada è senza ombra di dubbio la più interessante di queste culture pre unificazione dell'Egitto, quindi preistoriche, è suddivisa a sua volta come vedete in tre grandi fasi. Di nuovo vorrei attrarre la vostra attenzione sulle diapositive. In particolar modo, su questa forma vascolare che ha sulla sua pancia una raffigurazione di barca con dei remi e due tabernacoli, che includevano le immagini sacre delle divinità. Immagini, che i profani non potevano vedere. Infine questa sort of di banderuola altro non è che la rappresentazione della presenza del Dio Necer, si legge questo segno in geroglifico. Dunque la cultura di Naqada è alla base della formazione di un linguaggio figurativo e anche ideologico, direi religioso destinato a durare per secoli. Non vi è ombra di dubbio, che l'ultima fase della cultura di Naqada, detta "Naqada III", sia la più interessante, la più importante, la più cruciale per la storia egiziana. Essa infatti coincide con quella che oggi gli egittologi chiamano Dinastia 0, ossia la dinastia che ha preceduto le unificazioni dell'Egitto. Il più celebre dei sovrani di questa dinastia 0 è Re Scorpione. In realtà, conosciamo due Re Scorpione. Quello che vi mostro in questa immagine è il Re Scorpione I. Perché lo chiamiamo cosi e non abbiamo un nome piu completo? Perché in effetti siamo in una fase pre-scrittura, se si eccettuano alcuni pittogrammi come appunto la rappresentazione dello scorpione, che non vi è ombra di dubbio, rappresentasse il nome del sovrano in questione. Vi prego di osservare la stella che avevamo già notato nella piccola placca con bovino proveniente da Nabta Playa. Di Re Scorpione possediamo delle placchette e sopratutto, il manufatto più importante è una testa di mazza, vale a dire la conclusione globulare che si trovava in cima alla mazza che rappresentava l'effigie del sovrano per eccellenza. In questo periodo fanno la loro comparsa anche le cosidette tavolozze. Le tavolozze altro non sono che dei supporti rituali per il trucco. I sovrani si truccavano e a questo scopo utilizzavano dei supporti in genere in scisto come quelli che state vedendo, che hanno delle raffigurazioni che tendono a mettere in evidenza l'autorevolezza, l'importanza, appunto del sovrano. Immediatamente dopo la fase numero 3 di Naqada, abbiamo l'unificazione dell'Egitto ad opera del celebre Narmer. Di lui sappiamo molte cose, perché alla fine dell'Ottocento venne trovata a Hierakonpolis, nel sud dell'Egitto la celebre tavolozza di Narmer, è appunto una di queste tavolozze rituali di cui vi parlavo e qui si vede benissimo l'alloggiamento che veniva utilizzato per frantumare i pigmenti che servivano appunto per il trucco del sovrano. Osserviamo con attenzione i due lati di questa tavolozza perché nulla è casuale in questa iconografia. Dall'alto verso il basso e sui due lati troviamo l'effigie della dea Bat, la dea mucca, la quale in qualche modo prefigura quella che sarà la dea vacca Hathor. Al centro tra le due teste, la raffigurazione pittografica del nome di Narmer. Un pescegatto lo rappresentava, esattamente come uno scorpione rappresentava, appunto, il Re scorpione. Su un lato il sovrano è rappresentato con la sua mazza e con la corona bianca dell'alto Egitto, regione dalla quale egli proveniva, nell'atto come si vede, di battere un nemico, un nemico probabilmente ideale perché l'Egitto non è ancora in una fase espansiva. Accanto un falco che altro non è che l'alter ego del sovrano, si accanisce contro una testa mozzata, sempre di nemico. Alle sue spalle un portasandali trattiene appunto le calzature del sovrano perché il sovrano è scalzo, in quanto il suo gesto è un gesto rituale, è sacro per eccellenza. Vi prego di osservare che dal suo gonnellino penzola una coda, una coda di bovino, Toro possente abbiamo detto era uno degli epiteti attribuito a Narmer e poi a suoi successori. Infine, nel registro inferiore, dei nemici che si contorcono. Sull'altro lato troviamo di nuovo il nostro sovrano, Narmer, questa volta con la corona rossa o del basso Egitto, cioè la regione a nord, preceduto da dei portatori di stendardi, mentre sulla destra di questo registro si notano delle figure di prigionieri non solo uccisi ma decapitati, la cui testa è posta tra le gambe di questi ultimi. I due animali fantastici dai lunghi colli, come abbiamo detto hanno una funzione puramente pratica e di nuovo, nel registro inferiore, un accanimento del sovrano nei confronti di città conquistate, solo che questa volta il sovrano è rappresentato con un toro. Qui avete una resa grafica della tavolozza di Narmer e si possono apprezzare meglio alcuni particolari. Vi prego di osservare in particolar modo le caratteristiche anatomiche delle gambe di Narmer sul recto della tavolozza. C'è già un tentativo di realismo molto spiccato. Sull'altro lato, invece, vi prego di osservare l'imbarcazione. Essa assomiglia moltissimo a quella che abbiamo visto sulla forma vascolare proveniente da Naqada. Il pescegatto che abbiamo detto essere simbolo onomastico del nostro sovrano e che ritroviamo all'interno di questa stilizzata facciata di palazzo, che in egiziano si chiama "serekht" e che rappresenterà l'autorità del sovrano prima dell'introduzione del cartiglio. In questo periodo è inopportuno definire il sovrano egiziano "faraone", questa parola verrà introdotta soltanto nel Nuovo Regno. Con la conquista del nord, ad opera di Narmer, che veniva dal sud come abbiamo detto da Hierakonpolis, diventerà una ossessiva retorica quella del sovrano che raffigura la l'unificazione dell'alto e del basso Egitto. Le due entità territoriali: alto e basso Egitto sono rappresentate in più modi per esempio un giunco e un papiro. Ma certamente il modo più efficace e sicuramente il più ieratico è quello per mezzo delle cosiddette "due signore" che vedete in questa diapositiva, un'avvoltoio e un cobra. Wadjet e Nekhbet presiedono appunto alla tutela delle due entità territoriali, ne garantiscono l'unificazione. Il sovrano come si diceva si fa rappresentare all'interno di un Serekht di una facciata di palazzo. Qui per esempio vedete i nome del sovrano Jet, letteralmente "cobra", sopra al Serekht è appollaiato un falco. Da questo momento in poi, il sovrano si considera figlio di Horus, una sua emanazione su questa terra. Si farà seppellire in tombe monumentali come questa, detta Mastabe. Se ne farà costruire due, una nell'alto Egitto e una del basso Egitto, sempre a suggellare questa unificazione di cui si diceva. La mazza continuerà ad essere il simbolo per eccellenza del suo potere e qui infatti, vedete due esempi di testa di mazza. Da questo momento in poi, l'Egitto storico è nato. [SUONO]