[SUONO] [VUOTO] Siamo alla terza lezione della nostra storia dell'Antico Egitto. Nella prima, come ricorderete, abbiamo visto come l'Egitto venne unificato, mentre nella seconda abbiamo affrontato le caratteristiche della grande epoca della costruzione delle piramidi. Quell'epoca, tuttavia, si concluse con un sovvertimento sociale, quello che viene chiamato il primo periodo intermedio. Probabilmente, questo momento di sovvertimento sociale fu causato da varie, e concomitanti, cause, tra cui una crisi climatica, a cui seguì anche una crisi economica. Ma una parte importante la ebbero anche quei funzionari, quell'alta borghesia che stava prendendo piede, e che abbiamo visto, che abbiamo trattato nella lezione precedente. Il Medio Regno si compone di due dinastie, l'undicesima e la dodicesima. E fu necessario riunificare nuovamente l'Egitto. Il nuovo unificatore, lo vedete in quest'immagine, è Mentuhotep II. Il viso nero, che lo contraddistingue in questa scultura, non è casuale, perché il nero è un colore simbolico per gli Egiziani, rappresenta il limo, e dunque il fertilizzante naturale, che viene regalato dal fiume Nilo. Undicesima dinastia ha una serie di sovrani, alcuni dei quali non conosciamo, sinceramente, nei singoli dettagli. Ma conosciamo bene Mentuhotep II, appunto, il nuovo unificatore. Lo vedete rappresentato, seduto sul trono, avvolto in una stretta veste, utilizzata per quella che gli Egiziani chiamavano la festa Heb Sed, cioè la festa della coda, in riferimento a quella coda bovina che abbiamo già visto nella tavolozza di Narmer. Noterete che ha delle gambe molto massicce: fa parte della scelta iconografica di questo periodo. L'idea è quella di dare il senso della stabilità, della solidità del potere regale. Il suo edificio più importante è senza ombra di dubbio il suo complesso funerario, completamente diverso da quello che abbiamo visto finora. Non più una piramide, bensì due terrazze sovrapposte, di cui non rimane molto, al centro delle quali era un pozzo, in fondo al quale si trovava la sepoltura del sovrano. Le piramidi, incredibile a dirsi, erano già state saccheggiate, per cui Mentuhotep II prova ad assicurare l'incorruttibilità del suo corpo, dal momento che per gli Egiziani se il corpo veniva smembrato, l'anima, il Ba, non lo riconosceva, e dunque era la morte perenne, quanto di peggiore si potesse immaginare. All'undicesima dinastia, segue, naturalmente, la dodicesima dinastia. Non c'è legame di parentela tra i sovrani dell'undicesima e quelli della dodicesima, e bisogna dire che gli otto sovrani della dodicesima dinastia sono molto più aggressivi dei precedenti. Quasi tutti, come vedete, si chiamano Amenemhat e Sesostri, e hanno, tra le loro iniziative più significative, quella di costruire una serie di fortezze, come quella che vedete in quest'immagine, in Nubia prevalentemente. La Nubia faceva molta gola agli Egiziani, perché il suo nome voleva dire "oro". In effetti da lì ricavavano il materiale di cui credevano gli Dei avessero fatte le loro carni, quindi si può immaginare quanto interesse rivestisse per loro. Ma cominciano a conquistare, a controllare, meglio, anche i territori limitrofi. Per esempio il tempio incompiuto, che si vede nell'immagine qui in alto, viene da una località a nord del Fayyum, il bocciolo d'Egitto, come lo abbiamo definito; il bocciolo del Nilo, lo abbiamo visto durante la nostra prima lezione. Si noti che in questo periodo compaiono dei modellini lignei, torneremo su questo argomento, e molti di essi raffigurano degli eserciti caratterizzati da Nubiani. Appunto, la Nubia è stata conquistata, e i Nubiani vengono spesso utilizzati come mercenari; è l'epoca, come si diceva, dei Sesostri e degli Amenemhat, un'epoca comunque stanca, o almeno questo sembra essere il messaggio figurativo che ci danno questi sovrani. E', la loro iconografia, del tutto peculiare: hanno spesso le palpebre pesanti, le occhiaie. Sembrano volerci manifestare tutto il peso della responsabilità del governo. Ma è anche il periodo in cui fiorisce la letteratura Egiziana. La letteratura di questo periodo non ha pari. Del resto chi non conosce le avventure di Sinuhe, per esempio, in cui si racconta la storia di un fuggiasco, un fuggiasco per ragioni politiche, Sinuhe, il quale si rifugia in Oriente, dove, in virtù del fatto di essere un Egiziano, viene accolto con tutti gli onori, si rifà una vita, ottiene un successo straordinario negli affari, e anche, direi, nella politica, salvo poi rientrare in Egitto, perché nessun Egiziano può neanche lontanamente immaginare di morire lontano dalla propria terra; è anche l'epoca dei testi sapienziali, cioè delle ammonizioni morali che servono a orientare il buon comportamento non soltanto del nobiluomo, ma persino del sovrano, perché in questo periodo anche i sovrani hanno bisogno di essere educati. Un'epoca molto diversa, quindi, dall'Antico Regno: non più sovrani Dei, ma sovrani uomini. Il Medio Regno è anche l'epoca in cui nasce un nuovo testo funerario. Ricorderete che, per l'Antico Regno, abbiamo parlato dei testi delle piramidi. Li abbiamo visti per la prima volta nella piramide di Unas, e, si diceva, servivano ad assicurare una vita oltremondana perpetua al sovrano. Nel Medio Regno, invece, assistiamo a quella che viene chiamata la demotizzazione dell'aldilà. Cioè, non ha soltanto diritto all'aldilà il sovrano, com'era nell'Antico Regno, ma anche degli alti funzionari. Si allarga, insomma, questo privilegio. I testi dei sarcofagi, come vengono definiti, non hanno questo nome per caso, in quanto si trovano, normalmente, espressi sul supporto scrittorio ligneo di cui sono costituiti i sarcofagi. Sarcofagi a cassa, come vedete da queste immagini, e non antropoidi. I sarcofagi antropoidi verranno inseriti nella tradizione funeraria Egiziana di qui a poco. Molti di questi sarcofagi del Medio Regno sono caratterizzati dalla presenza dei due occhi udjat. Vengono collocati là dove il defunto effettivamente mostrava, indirizzava i suoi occhi reali, e servivano dunque per guardare all'esterno. Nel Medio Regno nascono anche i modellini lignei: abbiamo visto prima quello che raffigurava un esercito Nubiano, ma normalmente sono scene di vita quotidiana, o di lavori, di professioni. Qui vedete, in particolar modo, uno che raffigura una scena di macellazione, per esempio. Questi modellini venivano seppelliti insieme al defunto, e in qualche modo dovevano assicurare una continuità di assistenza, da parte dei servitori della persona defunta, anche nell'aldilà, e per sempre. Verranno più avanti sostituiti dai cosiddetti Ushabti, figurine che erano deposte in numero di 365, dunque una al giorno, Ushabti in Egiziano vuol dire "colui che risponde", venivano attivati nel momento in cui il defunto si svegliava nell'aldilà, loro avrebbero risposto all'appello, e prontamente si sarebbero messi al servizio del defunto, che dunque nell'aldilà non avrebbe più lavorato. Questo è un escamotage molto importante, perché non esiste elevazione sociale per gli Egiziani, se non attraverso l'uso, l'appropriazione della cultura. Quindi, poter utilizzare degli alter ego che lavorassero al posto del defunto, evidentemente, era molto importante. [SUONO]