In questo video ci porremo un quesito: team work e smartworking sono conciliabili o sono qualcosa che è inconciliabile, visto che ognuno lavora isolato in una situazione e in una postazione propria? La risposta è ovviamente che non solo sono conciliabili, ma che proprio la capacità di fare team work e la capacità di collaborare è la vera sfida del lavoro agile. Solo riuscendo a collaborare, riuscendo a fare squadra si riusciranno a raggiungere i risultati. Se lo smartworking viene semplicemente inteso come tecnologia che ci consente di lavorare individualmente, quello sarebbe il telelavoro, oltretutto, e non lo smartworking, se lo intendiamo in questo modo, sicuramente andiamo incontro al fallimento. Per far sì che la collaborazione sia possibile, sappiamo che cambia il ruolo del capo, ma cambia anche il ruolo del collaboratore. Il capo diventa il punto di riferimento, ma non è più un punto di riferimento costante, è vero che dovrà trasformarsi in qualcuno che consente al proprio team di raggiungere i risultati, ma è altrettanto vero che i collaboratori dovranno sentirsi parte di una squadra stando invece in una situazione di isolamento. Mi sono chiesta se la parabola del porcospino di Schopenhauer fosse valida anche nello smartworking. La parabola di Schopenhauer racconta la storia di questi porcospini che in un freddo inverno decisero di mettersi tutti molto vicini per riscaldarsi. Che cosa successe? Che mettendosi molto vicini per riscaldarsi però sentivano di essere punti dagli altri, per cui si allontanavano, appena si allontanavano sentivano di nuovo freddo, per cui sentivano l'esigenza di avvicinarsi. Nello smartworking è la stessa identica cosa: ognuno di noi pur di superare il senso di isolamento farà di tutto per stare con gli altri, poi però penserà che in fondo fa prima da solo, "faccio prima e faccio meglio" è una delle cose che si sente più spesso dire, e si allontanerà dagli altri, a quel punto sentirà di nuovo fortemente l'isolamento, l'impossibilità di raggiungere da solo il proprio risultato e si riavvicinerà. Solo quando sarà ben stabilito qual è il modo giusto di cooperare, di collaborare, di stare vicino e di condividere si riusciranno a raggiungere al meglio i risultati. Certo, il ruolo del capo è fondamentale in questo senso, ma il ruolo di ogni partecipante al team è fondamentale, perché ognuno dovrà prendersi la responsabilità dell'intero team e soprattutto un appiattimento dei ruoli gerarchici che non possono più esistere nel modo tradizionale, quindi noi dobbiamo sicuramente assistere a un superamento della gerarchia intesa come comunicazione in senso verticale, ci sarà una comunicazione molto più orizzontale. Nello smartworking io andrò a ricercare le informazioni dalle persone che so che hanno quelle informazioni, al di là dei livelli gerarchici. Sarà uno sforzo non da poco, i mezzi tecnologici ci aiuteranno, ma non basta lo strumento, sono i nostri comportamenti che consentiranno di collaborare. Certo, bisognerà ripensare molte cose, bisognerà ripensare alle politiche gestionali anche, ripensare i modelli valutativi, ripensare le modalità di attribuzione degli obiettivi e il monitoraggio di questi obiettivi stessi, ripensare i meccanismi motivanti, soprattutto ripensare il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi è fondamentale perché si possa essere in grado, tutti insieme, collaborando, di intervenire prima che si verifichi il mancato raggiungimento dei risultati ponendo in essere tutte le azioni necessarie perché invece si superi l'ostacolo e si possa raggiungere il risultato desiderato. Dovremo prevedere però dei momenti di aggregazione tra le persone che saranno fondamentali e dovremo prevedere anche il come lavorare, dovrà essere dedicato molto molto tempo alla pianificazione. E tutto dovrà diventare in un'ottica progettuale, qualsiasi servizio che noi dobbiamo offrire, anche i servizi amministrativi andranno visti in ottica di progetto perché dovremo prevedere i tempi, dovremo prevedere le modalità, dovremo prevedere le fasi del progetto, dovremo prevedere i momenti di verifica, dovremo prevedere i momenti in cui si lavora da soli, ma anche i momenti in cui è necessario condividere con il gruppo tutto quello che si è fatto. Le informazioni dovranno essere messe a disposizione di tutti e anche la gestione della conoscenza, il knowledge management, dovrà assumere una valenza molto molto forte, e fondamentale perché i team possano realmente lavorare insieme. Lo smartworking quindi non esclude il lavorare in team, il team work anzi, dovrebbe facilitarlo, perché dovrebbe rendere più esplicito e più chiaro cos'è responsibilità individuale e cos'è invece responsabilità condivisa per il raggiungimento di un obiettivo comune. Tutto questo ovviamente andrà supportato da politiche gestionali e da un clima organizzativo che faciliti e che supporti tutto questo perché laddove invece fosse messo più in rilievo l'apporto individuale che non l'apporto del gruppo sarebbe molto difficile far conciliare il lavoro agile con un lavoro di squadra.